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Descrizione dell’area di intervento

 

Il territorio

L’ambito territoriale del GAL raggruppa i seguenti 43 comuni della provincia di Belluno che, dal punto di vista amministrativo, appartengono alle cinque comunità montane dell'Alto Bellunese

1)     la Comunità montana Comelico Sappada: Comelico Superiore, Danta di Cadore, S. Nicolò Comelico, S. Pietro di Cadore, S. Stefano di Cadore, Sappada;

2)     la Comunità montana Centro Cadore: Auronzo di Cadore, Calalzo di Cadore, Domegge di Cadore, Lorenzago di Cadore, Lozzo di Cadore, Perarolo di Cadore, Pieve di Cadore, Valle di Cadore, Vigo di Cadore;

3)     la Comunità montana Cadore Longaronese Zoldano: Castellavazzo, Forno di Zoldo, Longarone, Ospitale di Cadore, Soverzene, Zoldo Alto, Zoppè di Cadore;

4)     la Comunità montana Valle del Boite: Borca di Cadore, Cibiana di Cadore, Cortina d’Ampezzo, S. Vito di Cadore, Vodo di Cadore;

5)     la Comunità montana Agordina: Agordo, Alleghe, Canale d’Agordo, Cencenighe Agordino, Colle S.Lucia, Falcade, Gosaldo, La Valle Agordina, Livinallongo del Col di Lana, Rivamonte Agordino, Rocca Pietore, S. Tomaso Agordino, Selva di Cadore, Taibon Agordino, Vallada Agordina, Voltago Agordino.

 

 

La situazione economica:

 Nell’area del GAL il declino demografico è stato sostanzialmente contenuto dal positivo andamento occupazionale: non si sono mai verificati, negli ultimi decenni, fenomeni di crisi del mercato del lavoro tali da determinare flussi migratori significativi

 

Come in generale in tutta la regione alpina veneta, anche nell’area del GAL, l’attività agricola presenta la struttura povera tipica delle aree montane. L’attività agricola ha subito nell’area una drastica diminuzione dal 1970 e la limitata attività agricola rimasta è del tipo tradizionale.

 

La composizione per macrosettori di attività economica che emerge dall’ultimo Censimento conferma che l’economia dell’area è fortemente caratterizzata dalle attività terziarie. Le capacità economico/imprenditoriali locali sono concentrate in un principale settore, quello dell’occhialeria. La concentrazione delle attività imprenditoriali in tale settore ha comportato un indebolimento di tutti gli altri comparti produttivi, sia in relazione alle lavorazioni artigianali-industriali (come la lavorazione del legno) che in relazione alle attività di servizio alle imprese, alle persone e, soprattutto, alle attività turistiche. Negli ultimi tempi, di fronte alla crisi del settore dell’occhialeria, il territorio è teso nello sforzo di riconvertire le attività produttive locali in altri settori, in particolare quello turistico.

Nelle aree montane meglio vocate, specie dove si è riusciti a realizzare la doppia stagionalità, le attività turistiche hanno invece prevalso creando opportunità di lavoro stabile.

L’area del GAL Alto Bellunese presenta una buona dotazione di strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere e concentra una quota considerevole degli esercizi e dei posti letto della montagna veneta complessiva.

L’area di riferimento del GAL Alto Bellunese ha un’alta valenza naturalistica, grazie alla presenza di pregevoli risorse naturali ed ambientali e di aree protette.

L’area del GAL vede la presenza di due parchi naturali: Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e il Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d’Ampezzo.

Le Riserve Naturali Statali e Regionali presenti nell’area del GAL sono cinque: la Riserva naturale Monti del Sole; la Riserva naturale Piani Eterni – Errera – Val Falcina; la Riserva naturale Somadida; la Riserva naturale Val Tovanella; la Riserva naturale Valle Imperina.

I Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) e le Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.), individuati nell’area del GAL nell’ambito del Programma Bioitaly della Rete Natura 2000 sono 40 ed interessano una superficie di circa 126.494 ettari, vale a dire il 54,2% della superficie complessiva del GAL.

L’area è ricca di risorse culturali, in particolare di musei, rocche e testimonianze della Prima Guerra mondiale oltre che di siti archeologici .